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Redazione ArtApp

Ends

Sette immagini statiche, che rivelano la trasformatività fuggevole dell’essere umano, in mostra a Reggio Emilia


Daniele Costa, ENDS - Spazio NEUTRO


La mostra Ends di Daniele Costa da NEUTRO di Reggio Emilia, ha origine dall’opera video omonima presentata dall’artista lo scorso novembre alla diciottesima edizione di ArtVerona, in occasione della partecipazione di NEUTRO nella sezione LAB. Dopo aver messo in discussione il concetto di performance con il video dedicato all’incontro-scontro tra Trape e Trysha, due performer queer della scena milanese, Daniele Costa stressa i limiti del medium fotografico. Sette immagini statiche, rivelano la trasformatività fuggevole dell’essere umano. Il movimento bloccato del voguing, il movimento contratto ripreso da Duchamp, e il movimento articolato co-esistono nei frame che trasformano la precedente performance video in un balletto in sette atti lungo le bacheche di NEUTRO. Le immagini che compongono l’installazione visiva sono rimodulazioni grafiche, sovrapposte e stratificate, dei frame video originali provenienti da un training per le Ball – evento appartenente alla subcultura queer della ballroom, nel quale ogni identità è libera di mostrare le proprie abilità ed entusiasmi all’interno di un meccanismo di competizione fittizio.



Il formato dell’opera, discostandosi dalla sua radice videografica, suggerisce una fruizione temporale e visiva dilatata, sottolineando il costante processo metavisivo di rielaborazione dell’immagine; metafora che Daniele Costa utilizza per includere, in una logica intersezionale, discorsi legati alla rappresentazione linguistica, visuale e politica delle molteplici forme di soggettività. All’interno della serie di stampe il susseguirsi dei gesti evidenzia come il confine dermico e morfologico delle due protagoniste diviene poroso, liquido e interconnesso con l’ambiente circostante, scardinando ogni possibile identificazione da parte del fruitore stesso.



Ends in quest’ottica è una delicata e fluida scomposizione delle categorie come forme convenzionali di rappresentazione. Il corpo, il gesto e il linguaggio, si frantumano nei pezzi di un mosaico. I margini della società diventano il centro e, il manifestarsi di nuove possibili forme di espressione identitarie, culturali e sociologiche diventano condizioni imprescindibili dalla conformità linguistica e corporea del dibattito politico contemporaneo. Come un dialogo, un manifesto o un carbone ardente, Ends ci mette silenziosamente di fronte alla necessità - essenziale nel processo creativo di Costa - di una costante riscrittura e decostruzione dei corpi che abitiamo. La mostra è accompagnata da una pubblicazione, edita in 30 copie, contenente traccia delle opere in mostra affiancate da un testo di Leonardo Bentini, curatore indipendente e art writer, che instaura un dialogo con Trape e Trysha attraverso frammenti e dichiarazioni sussurrate.

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© Edizioni Archos

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