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Arte e sostenibilità. A Castelfiorentino (FI) torna la Mostra Diffusa: dal 13 maggio la nuova vita degli “ex-scarti” plastici di Davide Dall’Osso


Opere di Davide Dall’Osso, Mostra Diffusa

Riusa, riduci, ricicla, coopera. La 4° edizione della mostra diffusa è intitolata “Community”, l'inaugurazione è prevista sabato 13 maggio 2023 al Parco Piovanelli rotonda panoramica, sotto la Pieve dei Santi Ippolito e Biagio, intende stimolare una riflessione collettiva su uno dei temi contemporanei più attuali: una nuova visione di comunità interrazziale, che sia in grado di confrontarsi con i limiti evidenti al modello del consumo, con la necessità di gestire le nostre risorse, la nuova vita del rifiuto. Questo nuovo progetto prende ispirazione dalla Carta della Terra (Nazioni Unite), una “…dichiarazione di principi etici fondamentali per la costruzione di una società globale giusta, sostenibile e pacifica nel 21° secolo… La Carta è una visione di speranza e un appello ad agire”.



Le opere degli “ex-scarti” di Dall’Osso animeranno questa Mostra Diffusa, promossa dal Comune di Castelfiorentino (FI) e dal Progetto Metamorfosi e curata da Maria Vittoria Gozio, che si inserisce nel contesto di una città che è stata protagonista dell’era industriale e che, su impulso di una giunta comunale giovane e volitiva, oggi si interroga su come progettare un nuovo sviluppo condiviso. In questo l’arte ha un compito decisivo. Grazie alle opere di Dall’Osso, l’arte si riappropria dello spazio pubblico, che è sempre stato spazio artistico, entra nella vita pubblica e privata, avvicina, unisce tutti. E qui si torna allo “scarto” e agli “scartati”, a chi è e-marginato e che l’arte naturalmente ricongiunge.



L'artista non ha scelto il nobile marmo, né il possente bronzo o le luminescenze del neon. È andato a ricercare lo scarto che non voleva nessuno, per di più di un materiale comune, sovrabbondante e a forte impatto sull’ambiente: la plastica. E nemmeno un rifiuto plastico post-consumo, quello che abbiamo disseminato un po’ ovunque nel globo. Un pre-rifiuto che nasce già scarto: le forme e scarti di fusione della plastica. In questo modo, la plastica, materiale simbolo dell’età del consumo, si trasforma e trasmette un messaggio di sostenibilità, rispetto e dialogo. Questo materiale sintetico, artificiale e impattante trova nuova vita grazie alla lavorazione che Dall’Osso gli dà e al contesto scenico e drammatico dove la colloca; così, lo scarto stimola la comunità a prendere coscienza di un problema che la riguarda già da oggi, la condizione di scarsità di tutte risorse sulla Terra e la invita a riflettere e ad agire.



L’artista ha detto: «Una comunità di appartenenza si forma attraverso la condivisione, il dialogo, l’accettazione. Lo sappiamo, siamo tutti responsabili della comunità alla quale apparteniamo e ognuno di noi, ‘sia che si mostri o che si nasconda’, fa la differenza. Questa nuova installazione a Castelfiorentino vuole essere parte dialogo interculturale della nostra cittadina. L’arte come medium tra le persone che abitano le vie e i quartieri della nostra comunità». Tra i soggetti prediletti da Dell'Osso ci sono quelli femminili, colti nella loro bellezza, forza ma anche delicatezza, interiorità, come nelle opere Duende e Ballerine. Del resto, Castello è una terra che ha scritto pagine di storia nel lavoro e nella lotta per l’emancipazione femminile, emblematica in tal senso la storia delle fiascaie.





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