In mostra una sessantina di “cose mai viste” prevalente dedicata agli uomini e alle donne che il fotografo ha incontrato nel corso del suo lavoro
Gran Bretagna, 1977
Gianni Berengo Gardin (1930), forse il più noto fotografo italiano, nel corso della sua lunga e felice carriera ha realizzato 263 libri. L’ultimo risale al 2023 quando, coadiuvato da sua figlia Susanna, ha rivisto tutto il suo archivio selezionando 114 immagini, soltanto cinque delle quali pubblicate in precedenza. Nasce così Cose mai viste. Fotografie inedite, pubblicato dalla casa editrice Contrasto e presentate in mostra per la prima volta al Ma. Co. f – Centro della Fotografia Italiana di Brescia lo scorso anno.
Caffé Florian, Venezia 2012
Per le Sale d’Arte di Alessandria, Giovanna Calvenzi e Susanna Berengo Gardin propongono una selezione diversa, compatta: una sessantina di “cose mai viste” ma con un’attenzione prevalente dedicata agli uomini e alle donne che Berengo Gardin ha incontrato nel corso del suo lavoro. Immagini non stampate, non pubblicate e che tuttavia testimoniano come di consueto la sua straordinaria maestria. Il viaggio nel suo archivio inizia nel 1954 e termina nel 2023. Attraversa molte città italiane, raggiunge Parigi, la Francia, la Croazia, l’Ungheria, la Spagna, la Norvegia, si ferma a Mosca, in Cina, in Giappone, a Londra e a New York.
Carnevale di Sciacca, Agrigento, 1994
Berengo ama dichiarare che «Non conta ‘come’ si fotografa ma quello che si fotografa», una dichiarazione di intenti che sottolinea l’umiltà con la quale parla del suo lavoro e che implicitamente afferma di voler essere solo un testimone e non un autore. Ma indipendentemente da quello che Berengo desidera, le sue fotografie sono ben più della testimonianza di quanto ha visto: testimoniano anche la sua capacità di raccontare persone ed eventi con rispetto ed empatia, l’involontaria volontà di partecipare a quanto accade davanti al suo obiettivo e una saggezza nella scelta dei momenti e della composizione che hanno fatto di lui (anche contro la sua volontà) un vero maestro.
Novergia, 1980
Nel 1970, per il suo libro L’occhio come mestiere, l’amico fotografo Cesare Colombo gli consigliava di avere “due occhi come mestiere, uno da strizzare al cliente, mentre sarà l’altro quello più vigile e aperto”. La storia lo ha smentito: Berengo e questa mostra di inediti dimostrano che i suoi occhi “vigili e aperti” sono tutti e due. Chiude la mostra una sezione inedita di fotografie di Berengo Gardin realizzate nel 1994 in occasione della rievocazione storica della Battaglia di Marengo.
La mostra, aperta fino al 15 settembre 2024, è realizzata da ASM Costruire Insieme e dalla Città di Alessandria, con la collaborazione di Alexala Agenzia Turistica locale per la Provincia di Alessandria per la promozione sul territorio. L’esposizione si avvale del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria nell’ambito del progetto “Alessandria e i grandi maestri della fotografia. La cultura per la comunità e lo sviluppo locale” nato dall’esperienza della mostra di Gabriele Basilico “Ritorni a Beirut” sempre organizzata ad Alessandria nel 2023 dal Comune e ASM Costruire Insieme, destinato a portare in città mostre di livello nazionale e internazionale.
Comments