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Michele Manigrasso

INSCAPE Il mare che ci portiamo dentro

A Taranto, un concorso per sensibilizzare i ragazzi alla cultura del mare, al rispetto per l’ambiente e per la memoria


Mar Piccolo, Taranto, 2013 | Foto di Vincenzo Morabito


Il mare è cosa unica, universo narrativo incompiuto, risorsa e minaccia, quiete e paura.

Le coste italiane, più in generale del Mediterraneo, sono da sempre in movimento, ma oggi dovrebbero prendere una direzione nuova e farsi luogo di nuove progettualità, nel rispetto delle identità e dei valori storico culturali che rappresentano. Cambiamenti del clima e pandemia in corso - nella loro brutalità - sono occasioni per riflettere criticamente sulle potenzialità dei nostri territori e sulla necessità di indirizzare in maniera strategica le risorse economiche e sociali per un effettivo rilancio del Paese nel segno della sostenibilità.


Le aree costiere non raccontano solo storie di transiti e di passaggi, arrivi e partenze. Sono soglie dove il tempo si dilata: rappresentano ambienti naturali incontaminati, ma anche manomissioni, abusivismo, inquinamento, erosioni naturali e antropiche; ci parlano di turismo anche internazionale. Per noi italiani, gli ultimi sessant’anni hanno visto processi di trasformazione piuttosto intensi che hanno messo a dura prova le qualità delle cose esistenti, spesso cancellando identità importanti, uniformando il nuovo costruito e influenzando i costumi sociali, dentro uno scenario globale omologante. Per fortuna ci sono resistenze, che chiamiamo ricordi, che ci permettono di custodire nella nostra memoria immagini, suoni, sapori e profumi, seppur sfocati dal tempo che passa.


Il paesaggio, per dirla con le parole di Salvatore Settis (2010), “è la geografia volontaria che l’uomo plasma (e muta incessantemente) intorno a sé”. Ma è anche un luogo esteso e condiviso che ci portiamo dentro, l’inscape appunto, che formuliamo inconsciamente durante l’infanzia, e che ci accompagna per tutta la vita: in un gioco di riflessi, tra passato, presente e futuro, è una idea permanente con la quale attraversiamo e guardiamo il mondo. Un riferimento letterario ineguagliabile, che ci permette di riflettere sui cambiamenti profondi registrati dal secondo dopoguerra ad oggi, è il bel libro di Pier Paolo Pasolini, “La lunga strada di sabbia”, narrazione di un viaggio fatto dall’autore nell’estate del ’59, al volante di un Fiat Millecento, per realizzare un ampio reportage sull’Italia, tra cambiamento e tradizione: un racconto appassionato dal quale traspare l’anima dell’Italia sul mare, attraverso la descrizione dei luoghi ma soprattutto delle persone che di volta in volta, da un luogo all’altro, incontra lungo il suo tragitto.


Arrivato a Taranto, Pasolini scrive: “Credo che a ben pochi, in Italia, sia capitato di fare in macchina, in un giorno, l’intera costa da Reggio a Taranto. Ora che sono qui, a Taranto - che brilla sui due mari come un gigantesco diamante in frantumi – mi pare che la cosa mi sia successa in sogno. […] Taranto, città perfetta. Viverci, è come vivere nell’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta. Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari, e i lungomari.” Taranto era tutto questo ed è uno dei tanti casi sui quali possiamo ragionare. Taranto è un esempio di bellezza da leggere in filigrana e, al tempo stesso, testimonia, nelle sue difficili condizioni urbane e sociali, la necessità di una nuova etica olistica verso i paesaggi che abitiamo.


Taranto vecchia, 1981 | Foto di Pietro Berti


Per queste ragioni, l’Istituto Comprensivo Statale Luigi Pirandello di Taranto e l’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani, in collaborazione con Legambiente Puglia, hanno lanciato il concorso “ECHI DI MEMORIA. Il mare consegnato al futuro”, per sensibilizzare i ragazzi alla cultura del mare, al rispetto per l’ambiente e per la memoria. In altre parole, per avvicinare i più giovani alle identità dei nostri territori vista mare, che soprattutto attraverso il racconto dei nonni possono essere conosciute, comprese e messe in valore.

Al concorso possono partecipare tutti gli alunni frequentanti le Scuole Secondarie di I Grado della Regione Puglia. L’iscrizione è gratuita e avviene contestualmente all’invio dei progetti.


Ogni singolo partecipante potrà concorrere con una sola proposta, attraverso due diversi tipi di elaborato a scelta:

- con un testo, ovvero un racconto di una storia autentica, di vita vissuta o, in alternativa, potrà trattarsi di un’intervista fatta direttamente ai nonni. In ogni caso, dovrà interpretare il tema del contest, e dovrà essere accompagnato da disegni, raffigurazioni e/o fotografie. Sono richiesti scritti da cui emergano le usanze e le tradizioni pugliesi che legano la comunità alla costa, il ruolo che il mare ha avuto nel passato, durante le vacanze estive, durante le attività della pesca, oppure nella costruzione delle città, dei porti, delle sistemazioni costiere realizzate dai nonni costruttori, etc.

- con un video di massimo 4 minuti, che potrà consistere nella registrazione di un corto nei luoghi vissuti; nella registrazione di una intervista o del racconto della storia che si intende candidare.


Tutte le informazioni per partecipare al concorso sono sul portale dell’Osservatorio O.P.C.I., www.paesaggicostieri.org, nella sezione “I nostri concorsi”.

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