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Redazione ArtApp

L'intruso inventato cioè l'asfalto veneziano

Una mostra singolare, aperta i primi di luglio, nel nuovo spazio indipendente Panorama Venezia


Asfalto Veneziano | Foto di Tommaso Mola Meregalli


Panorama Venezia presenta  “L'intruso inventato cioè l’asfalto veneziano” come quinto appuntamento di Surroundings. Curata da Andrea Ceresa e Federico Broggini assieme a Giovanni Paolin, la mostra nasce dall’invito di Panorama di presentare il volume "Guida incompleta all’asfalto veneziano" di Broggini e Ceresa, edito dalla casa editrice veneziana El Squero. Per l’occasione, oltre ai due fotografi presenti nel volume – Giacomo Bianco e Tommaso Mola Meregalli – tre artiste - Erica Toffanin, Marina Marques (con Alessia Ugolin e Chiara Alexandra Young) e Valentina Goretti - e un artista - Francesco Fazzi – sono stati invitati a riflettere sulla presenza imprevista dell’asfalto nell’isola di Venezia.

 

Asfalto Veneziano | Foto di Tommaso Mola Meregalli


“I canali e le gondole, le calli, i ponti e San Marco: è la Venezia delle calamite e delle cartoline che vendono gli ambulanti ai piedi del Ponte di Rialto, è la Venezia che si vuole mettere su Instagram, quella che ci si vuole riportare negli Stati Uniti, in Cina o chissà quale altra casa dei 25 milioni di turisti ogni anno. E non si vorrebbe mai rovinare quest’immagine amena, ricolma di sogni per la sua strabiliante bellezza, ma non è mai giusto vedere solo quello che si vuole. E infatti abbiamo capito che questo progetto avesse qualcosa di interessante quando, dopo averlo raccontato, tutti, avvezzi alla città e non, domandavano: “e dov’è l’asfalto a Venezia?”.”


Asfalto Veneziano | Foto di Giacomo Bianco

 

Venezia è probabilmente l’unica città occidentale che non ha e non ha mai avuto le automobili, simbolo della modernità per eccellenza, e ciò contribuisce alla costruzione della sua rappresentazione romantica di città eterna nell’immaginario comune. Ed è anche lo stesso motivo per cui l’asfalto viene percepito come assolutamente estraneo alla città: perché nel pensare comune è inscindibilmente connesso alle automobili e alla città moderna, mentre Venezia si visita solo percorrendo callette strette in cui Google Maps non funziona.


Asfalto Veneziano | Foto di Giacomo Bianco


La presenza dell’asfalto dunque sembra illegittima, eppure l’asfalto c’è. Notare questa presenza straniera aiuta a disperdere a poco a poco la nebbia incantata che invade la città per poterla vedere più da vicino, più attentamente. Inoltre, considerando quanto l’intruso sia innocuo in questo caso, non c’è il pericolo di rovinare tutto, anzi, come direbbero i surrealisti, amici di Peggy Guggenheim: l’asfalto a Venezia “è bello come l’incontro casuale di una macchina per cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio”.

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© Edizioni Archos

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