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Redazione ArtApp

Peak Mytikas. On The Top Of Mount Olympus

Al Teatro Out Off, a Milano, è stato presentato il rave mitologico di 8 ore, ideato e diretto da Jan Fabre, uno dei mostri sacri del teatro mondiale


Peak Mytikas. On top of Mount Olympus Teatro Out Off, Milano| Fotografie di Hanna Auer


Peak Mytikas (On the top of Mount Olympus) è uno spettacolo pieno di colori e odori, pieno di morte e desiderio, una festa sull’orlo della tomba, una celebrazione della bellezza e della passione, mentre il mondo si avvia verso la sua fine, portato sul palcoscenico dall’originale e poliedrico regista belga Jan Fabre. Otto ore di spettacolo, dieci minuti di standing ovation, un trascinante finale, tra gli applausi, con mezz’ora di danza sfrenata degli undici magnifici performer che piangono, urlano, recitano, mimano orge, tutti da nominare e tutti bravissimi, Annabelle Chambon, Anny Czupper, Cédric Charron, Conor Doherty, Gustav Koenigs, Irene Urciuoli, Ivana Jozic, Matteo Franco, Pietro Quadrino, Stella Höttler e la musicista Alma Aueran.



Un'esplosione performativa, spesso oltre i limiti, degli attori/danzatori in grado di rimanere in scena in lunghissime maratone teatrali, sprigionando sempre energia, coinvolgimento, sensualità. La storia, che Frabre ha liberamente tratto da uno scritto di Johan de Boose, presenta Mytikas, la vetta più alta del Monte Olimpo. Una parola greca per Naso. Poiché gli dei vivono su quella montagna, il Naso è il naso di tutti gli dei. Godono degli odori che provengono dagli umani, che vivono nella valle, sulla terra. Gli umani sacrificano erbe, animali e altri esseri umani. Forgiano armi e fanno la guerra. Odori di guerra, odori di morte, odori d’amore. Gli dei godono della fragranza del mondo. Celebrano tutte le cose umane: amore, pace, unità e rispetto, brevemente p.l.u.r.(in inglese pace, amore (Love), unità, rispetto), ma anche il contrario: odio, lotta, disarmonia e disprezzo. In questo spettacolo, tutto è possibile: la realizzazione di sogni incantevoli e dolore vizioso, di amore allegro e dolore orribile. Lo spettacolo è una catarsi, una purificazione: si affronta il peggio e si viene purificati. La vita e la morte sono intercambiabili.



Vecchi eroi morti appaiono e fanno rivivere le loro vite. Edipo, per esempio, il re tragico che uccise suo padre e sposò sua madre, lui che cercò di sfuggire al suo destino e invece lo abbracciò, lui che si è cavato gli occhi perché non voleva più vedere il mondo. Ma è davvero cieco? O è solo un codardo come tutti noi? E sua figlia Antigone, la prima donna che ha osato dire di no al potere della politica e della guerra, la prima anarchica della storia, come guarda il nostro mondo? Non sono morti, vivono tra noi e pongono le stesse vecchie domande. Dai tempi antichi appare un altro anarchico Prometeo, l’uomo che osò scalare il Mytikas e insultò gli dei rubando le frecce del fulmine e donandole ai mortali. Colui che voleva liberare l’umanità e per questo ha pagato un prezzo terribile.


Hanna Auer


I testi sono stati scritti da Johan De Boose, autore di Belgian rules/Belgium Rules. La musica è composta ed eseguita dal vivo sul palco da Alma Auer.


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© Edizioni Archos

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