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Redazione ArtApp

Relitti

Come un archeologo subacqueo, Ettore Favini riesuma giganteschi reperti sommersi, li illumina e li mette in mostra



Secondo le stime dell’Unesco, oltre tre milioni di relitti giacciono silenziosamente sui fondali marini di tutto il mondo. Di questi, oltre duecentomila sono stati identificati a livello globale, con milletrecento di essi censiti nei fondali italiani. Un relitto non è solamente un manufatto costruito dall’uomo privato che ha perso la sua funzione originaria e la sua destinazione d’uso, ma è anche un testimone prezioso del passato. Ogni carcassa sommersa racconta così storie di epoche diverse. Come un archeologo subacqueo, Ettore Favini illumina e riesuma questi giganteschi reperti sommersi, laceri e spezzati, che solo a prima vista potrebbero sembrare inanimati.



La mostra Relitti , aperta fino al 7 gennaio 2024, propone una prospettiva rinnovata sulla relazione tra il passato e il presente, sottolineando l’importante funzione sociale di queste memorie sommerse che, come parte della nostra storia materiale condivisa, si fanno vettori di un cambiamento per il nostro futuro collettivo. In un’epoca in cui si producono e accumulano quotidianamente nuovi relitti sul fondo del Mare Nostrum, l’opera di Favini ci esorta a riflettere sulle cause che producono tali manufatti marini. L’artista invita a considerare come la loro memoria sia lentamente ricoperta da molluschi, alghe e crostacei, che se da un lato proteggono le carcasse inabissate, dall’altro nascondono le cause per cui quella carcassa giace in fondo al mare. La percezione dei relitti sarà più difficile e i sommozzatori si immergeranno solo per ammirare la bellezza dei pesci e della vita subacquea. La mostra è accompagnata da una pubblicazione che tiene traccia traccia del progetto edita da NEUTRO e con un testo di Roberta Garieri, curatrice e ricercatrice in storia e critica delle arti.


NEUTRO

Via Emilia Santo Stefano 4, Reggio Emilia



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© Edizioni Archos

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