top of page
Laura Cavalieri Manasse

Sotto/Sale

L’espressione “sotto sale”, intesa come prima forma di conservazione degli alimenti, è stata assunta qui come concetto altamente simbolico in una sorta di utopia dell’eternità


Foto © Iginio De Luca


La storia è una protesta contro l’oblio

Eric Hobsbawm

Sotto/Sale è un’installazione sonora che ha partecipato all'Apulia Land Art Festival, un evento ideato e organizzato dall'Associazione UnconventionART per l'Arte Mai Vista, con sede a Roma, una nuova realtà che si occupa d'arte contemporanea. Il tema scelto per edizione 2017, che ha avuto come sede Margherita di Savoia (Barletta) è stato “SaliNatura” con una triplice lettura: la prima è “salinatura” intesa come il processo di estrazione del sale; la seconda “sali in natura” intesa come tutti i tipi di sale esistenti in natura; infine la terza, più aulica, ossia “Sali in Natura!” (verbo salire), intesa come elevarsi, ascendere alla Natura. L'artista romano Iginio De Luca negli ultimi anni si è dedicato alla produzione di video, ha partecipato al Festival con una installazione pensata per le saline di Margherita di Savoia che ha coinvolto gli abitanti di questo luogo metafisico e incantato.



L’espressione “sotto sale”, intesa come prima forma di conservazione degli alimenti, è stata assunta qui come concetto altamente simbolico in una sorta di utopia dell’eternità. Dalla spessa coltre di sale del bacino del “Santissimo” sono uscite otto cuffie contenenti le memorie delle persone intervistate: otto come l’ottagono di Castel del Monte, simbolo della Puglia, riproposto in una mappatura casuale della geometria storica. Ogni cuffia racconta ciò che le persone hanno conservato, congelato, sottratto all’oblio del tempo; ogni cavo è pari all’altezza del narratore da terra all’orecchio. In tal modo chi ascolta è invitato a identificarsi fisicamente ed emozionalmente con chi racconta in un contesto attivo e pulsante, costantemente vivo nel presente. Ho incontrato De Luca e lascio a lui la parola:

Da dove nasce l’idea di questo video e quando?

Sono stato la prima volta a Margherita di Savoia il 5 agosto di quest'anno, invitato dall'Apulia Land Art Festival. Nella cittadina si festeggiava il Santissimo Sacramento e per le vie c'era tanta gente, corridoi di luminarie a perdita d’occhio e bancarelle in grande spolvero. La quantità di persone presenti all’evento faceva da contraltare alla loro totale assenza poco più a fianco della festa: nelle saline, metafisiche e silenziose, risuonava la città chiassosa e vitale in un fronteggiamento spaziale e simbolico. L’idea nasce quel giorno: riunire in un’installazione sonora, poco invasiva e indolore, le due anime del luogo, le storie delle persone ordinarie e private e quelle delle saline, proletarie e pubbliche; la dimensione affettiva, intima e quella sociale, lavorativa.



Cosa desideravi mettere “sotto sale” quando hai cominciato il tuo lavoro?

Cerco nelle persone, come nell’arte, tutte quelle cose importanti, profonde o superflue, che arricchiscono la quotidianità, migliorandola. Woody Allen in “Manahttan” si domanda il perché vale la pena vivere, elencando personalità e preziosità, luoghi e cose da custodire nella memoria. Il processo creativo mira ad approfondire il vissuto dando altre letture e punti di vista illuminanti sulla realtà; oggi cerco negli abitanti di Margherita di Savoia momenti cruciali da mettere sotto sale: le conservazioni affettive, possiamo chiamarle così. Mi fossi posto io questa domanda, avrei messo sotto sale l’unico vero abbraccio che ho ricevuto da mio padre tanti anni fa, in un momento drammatico della nostra vita. Ecco, in quell’istante, ho sentito veramente l’uomo disperato e indifeso, senza più orpelli, paure e blocchi emotivi. Quale è stata la domanda a cui hanno risposto le persone raccontando i pezzi del loro vissuto? La domanda che ho posto alle persone che ho incontrato è stata: “C’è qualcosa che è successo nella tua vita di talmente prezioso che hai tenuto gelosamente nella tua memoria, che hai conservato viva nel presente, da mettere sotto sale?”



È un progetto che avrà un seguito?

Sono progetti che avranno seguito perché hanno già dei precedenti, poetici e partecipativi. “Expatrie” del 2015 è stato uno di questi e “Sciarrata” del 2014. Il primo era motivato da una condizione sociale e politica molto delicata presente a Roma nel quartiere Prenestino. Ho mappato 17 case abusive ricavate da uno spazio industriale fotografando le rispettive famiglie che vi abitano. La sovrapposizione delle loro immagini con le planimetrie ha generato esiti poetici e insieme politici in un connubio rischioso ma molto stimolante, tra la sfera pubblica e quella privata. “Sciarrata” è una performance di un gruppo di sbandieratori di Maranola (LT). Sulle bandiere ho stampato i volti degli abitanti protagonisti di pettegolezzi, rivalità, gelosie e antipatie, “sbandierando” in pubblico quello che generalmente non viene mai alla luce, in un gioco coreografico leggero e liberatorio.









Kommentare


© Edizioni Archos

Sostieni ArtApp! Abbonati alla rivista.

Ti è piaciuto ciò che hai appena letto? Vorresti continuare a leggere i nostri contenuti? ArtApp è una rivista indipendente che sopravvive da più di dieci anni grazie a contributi liberi dei nostri scrittori e alle liberalità della Fondazione Bertarelli. Per supportare il nostro lavoro e permetterci di continuare ad offrirti contenuti sempre migliori Abbonati ad ArtApp. Con un piccolo contributo annuale sosterrai la redazione e riceverai i prossimi numeri della rivista direttamente a casa tua.

SELEZIONATI PER TE

bottom of page